Davide Barillari, consigliere del M5S Lazio, dichiara:
“Zingaretti prima si vanta sulla stampa del grande valore della prevenzione grazie all’istituzione del registro tumori, senza ammettere che è una proposta del MoVimento 5 Stelle, e il giorno dopo uccide un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale che da 40 anni fa prevenzione nelle scuole sui malati talassemici, risparmiando sofferenze a migliaia di bambini e alle loro famiglie.
Oggi la Regione Lazio, con un’audizione accesa di oltre 3 ore in commissione sanita’, ha messo la pietra tombale sul Centro di Microcitemia di Roma, storico e prestigioso istituto gestito dalla ANMI onlus (Associazione Nazionale per la Lotta contro le Microcitemie in Italia) che da inizio 2015 non riceve piu’ finanziamenti.Il Centro faceva risparmiare 8 milioni di euro ogni anno alla Regione Lazio, a fronte di un costo di 1,6 milioni di euro, un decimo di quanto spendiamo per i vitalizi degli ex consiglieri.
Secondo dirigenti e burocrati ‘Deve chiudere perchè è cambiato lo scenario e non serve più, perchè non ha presentato un progetto come volevamo noi. Perche’ la struttura non è adeguata. Perchè gli screening nelle scuole non sono utili. Deve chiudere perche’ la normativa nazionale e’ cambiata”.
Gli effetti della sua chiusura li prevede il presidente della Societa’ Italiana Talassemie ed emoglobinopatie, Dott.Forni: “lasciare sguarnita la prima linea di difesa rappresentata proprio dalla prevenzione e dalla diagnosi precoce con conseguente incremento dei costi sociali e sanitari”.
Il responsabile di Ematologia del Gemelli, il prof De Stefano, arriva ad affermare che ci saranno “ripercussioni sulla popolazione della nostra regione in termini di abbattimento dei livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni sanitarie generali”.
Gli effetti della chiusura del Centro sono imprevedibili su tutte le ematologie romane, che utilizzavano quotidianamente i servizi e l’esperienza del Centro, ma le criticità ssistenziali si possono già calcolare, come disagi ai pazienti, sprechi di risorse, carenza di apparecchiature diagnostiche e allungamento dei tempi di attesa.
Diciamo quindi addio ai programmi di screening preventivo effettuato dai medici del Centro nelle scuole: la Regione Lazio da gennaio 2015 ha ritenuto non più utili e validi questi test che limitavano al massimo l’incidenza della talassemia nella nostra regione.
Non sono bastate le tante lettere autorevoli inviate direttamente a Zingaretti.
Non sono bastate le richieste accorate dei famigliari dei bambini malati di talassemia.
Non sono bastati tutti i dati e i risultati del Centro presentati oggi in commissione dal suo responsabile scientifico, il Dottor Amato, per dimostrare l’attivita’ di prevenzione svolta negli screening effettuati nelle scuole (fino ad oggi 1567320 bambini esaminati), il lavoro difficile e continuativo per lo studio delle malattie rare, il lavoro importante di assistenza e diagnosi sui migranti, provenienti da paesi con alta endemia per caratteri talassemici.
Non sono bastati tutti gli studi pubblicati negli anni che hanno trovato spazio sulle maggiori riviste internazionali di ematologia.Paradossalmente in tutta questa assurda vicenda, anche importanti strutture ospedaliere della Capitale, come il Gemelli e Tor Vergata, insieme alla Caritas di Roma, si stupiscono di questa chiusura di natura “politica”, struttura alla quale loro stessi si appoggiavano per offrire servizi ai cittadini che loro non sono in grado di fornire.
Chi li fornirà da oggi in poi ? La Regione non ha risposto.
Nel Lazio perdiamo per sempre 40 anni di prevenzione, e si lasciano a casa tanti lavoratori che hanno gia’ ricevuto la lettera di mobilità. Un altro colpo al cuore della sanità’ pubblica laziale, firmato, con orgoglio, Partito Democratico.