Oggi, in Regione Lazio, si è svolta la prima e unica audizione, nell’ambito della Commissione agricoltura, sulla proposta di legge n.124, presentata da M5S Lazio, per la disciplina delle aree ad elevato rischio ambientale.

Decine i comitati che hanno partecipato, a fianco dei quali c’è stata la partecipazione e l’ascolto degli organi tecnici, come Arpa, il Dipartimento Epidemiologico Lazio per i tumori nella regione, e infine Roma Natura.
“Come presidente di commissione Agricoltura – spiega Valerio Novelli – sono soddisfatto dell’importante partecipazione, sia degli enti, ma soprattutto dei comitati. Segno evidente che questa commissione a guida cinque stelle sta dimostrando di lavorare seriamente e continua giorno dopo giorno a guadagnare sempre più credibilità”.

Come vi avevamo preannunciato qualche settimana fa, questa è l’unica audizione per i comitati ma noi continuiamo a raccogliere contribuiti da parte del territorio: per cui ben venga l’invio di materiali di riflessione, osservazioni, resoconti attinenti un’area a rischio del Lazio.

“La proposta di legge sulle aree a rischio – ricorda il portavoce Marco Cacciatore che ha proposto e gestito la chiamata in audizione dei comitati e delle organizzazioni sul territorio – è funzionale innanzitutto per i suoi aspetti di metodo: individua le aree di crisi ambientale; attua il piano di risanamento; procede all’indagine epidemiologica, al monitoraggio e soprattutto istituisce due istituti che come M5S Lazio crediamo siano davvero determinati per la salute dei cittadini”.

Vediamo quali sono: in primo luogo, per il piano di risanamento si potrà risalire alle responsabilità giuridiche (quindi anche penali) di coloro che hanno arrecato danno all’area, permettendo così l’attribuzione delle spese di risanamento ai responsabili.

In secondo luogo, già con l’adozione in giunta della legge, scatteranno i divieti agli insediamenti massivi che recano danni ambientali: ovvero gli insediamenti industriali, ad alto rischio di incidente, come possono esserlo eventuali impianti di trattamento rifiuti.
In presenza di questo tipo di attività, cioè laddove siano preesistenti e stiano alterando gli equilibri ambientali, la regione Lazio può intervenire a tutela dei cittadini.

“E Su questo aspetto – continua Cacciatore – ci aspettiamo che non ci siano bandierine da parte delle forze politiche in regione. Se questo avvenisse, come ci hanno confermato i comitati nel recente passato e anche oggi in audizione, si perderebbe l’occasione di raggiungere lo scopo più importante: la protezione della salute dei cittadini o il ripristino delle condizioni di salubrità dell’area qualora contaminata . Guarda caso nel Lazio, l’elenco delle aree degradate non è esaustivo e può, purtroppo, ampliarsi nel corso del tempo se non si interviene. Mentre questo elenco non riesce mai ad essere completo, rispetto alle sfilate, alle vetrine e alle passerelle politiche, la Regione Lazio, a fianco di giunte e amministrazioni di destra e di sinistra negli ultimi decenni, ha lavorato molto più di altre, persino a livello internazionale”.