L’ospedale Grassi di Ostia serve un bacino di utenza di almeno 200 mila persone, in estate anche oltre 500 mila, ciò nonostante negli ultimi mesi la giunta regionale Zingaretti ha deciso di depotenziarlo: chiudendo il laboratorio di analisi e facendo trasferire i campioni dei prelievi presso altre strutture come il Sant’Eugenio o il San Camillo per poi far rientrare i campioni analizzati al Grassi (con dispendio di trasporto e di tempo); chiudendo il reparto di allergologia pediatrica; lasciando un pronto soccorso allo sbando. Per citare solo alcune delle criticità di un ospedale che si deve assolutamente recuperare e riportare ai livelli standard di assistenza.

A poco più di 24 ore dal presidio di protesta che ha organizzato il MoVimento 5 Stelle del X Municipio, Ostia, presso Il Grassi, domattina alle 11, l’Assessore Alessio D’Amato ha dichiarato che per l’ospedale lidense sono stati messi in conto 55 milioni di euro. Quando si tratta della salute, nessuno vorrebbe sentir fare battute, e proprio per questo vorremmo credere a Zingaretti e all’assessore ma sono i fatti a non consentirlo: i soldi di cui parlano rientrano nei fondi per l’edilizia sanitaria (art.1), della legge di stabilità del 2016. Vale a dire risorse che potevano già essere impegnate nel 2017 e spese anche nell’immediato.

Perché aspettare tre anni? E soprattutto, né Zingaretti né D’Amato sono riusciti a mettere a fuoco la questione: è un finanziamento o uno stanziamento? Sembra una questione di lana caprina ma la realtà è che il finanziamento indica una somma già messa in bilancio, per esempio nei piani di intervento economici (legge di stabilità regionale) che attua ogni anno la Regione; lo stanziamento invece significa una somma indicata ma non ancora nella disponibilità dell’ente.

Insomma la giunta regionale ha atteso tre anni per dire che vorrebbe fare degli investimenti su un ospedale che sta lentamente portando a mezzo servizio o forse addirittura chiudendo nel tempo, con dei soldi che non è dato sapere se ha in cassa, e a fronte di un commissariamento sulla sanità che non consente grandi speranze per la salute dei cittadini, oltre che per le loro tasche.

La cosa che però reputiamo importante è che D’Amato e Zingaretti, come anche la consigliera regionale Michela Di Biase, si sono forse destati sulla situazione in cui versa l’ospedale Grassi perché sollecitati dal presidio organizzato dal MoVimento municipale, domani davanti il nosocomio.
Non è mai troppo tardi, purché non siano battute però!