Martedì 15 alle ore 12 si riunirà la commissione di indagine conoscitiva del Consiglio regionale sulla gestione rifiuti a Roma e la situazione AMA S.p.A., per ratificare il lungo percorso conoscitivo che sfocerà nella relazione definitiva, da trasmettere alla Presidenza del Consiglio in attesa della discussione in Aula prevista dal Regolamento.

 

Le parti che si sono confrontate fino ad oggi in Commissione – spiega Marco Cacciatore, portavoce M5S e Presidente della stessa Commissione – hanno tutte smentito, da diversi punti di vista, la possibilità che AMA fosse privatizzata. La possibile fusione con Acea non è stata né confermata e né smentita. Vista la pianificazione industriale di Acea, votata al recupero energetico e all’incenerimento, come dimostrano le dichiarazioni di ampliamento del termovalorizzatore di San Vittore, se Acea disponesse dei rifiuti di Ama l’incastro sarebbe perfetto ma in danno della vivibilità dei territori e della sostenibilità. Aree come Roccasecca e San Vittore, dove si vorrebbe ampliare sia un termovalorizzatore che una discarica, ma che dovrebbero piuttosto essere classificate come aree a rischio ambientale, ai sensi della Legge regionale del M5S da poco approvata in Consiglio: zone in sofferenza che potrebbero quindi essere salvaguardate e protette dai nuovi insediamenti impiantistici anche in ragione di un loro risanamento, come previsto dalla legge regionale recentemente introdotta.

Le contraddizioni pertanto, tra la possibilità di un tandem AMA-ACEA e il Piano rifiuti regionale, adottato dalla giunta e che attendiamo in Aula, sono notevoli e vanno rilevate.
In primis: il Piano regionale prevede la riduzione sia dello smaltimento in discarica che dell’incenerimento, come indicano le direttive UE c.d. “Pacchetto Economia Circolare”: questo è un obiettivo auspicabile oltre che condivisibile!

Peccato, però che, in attesa di avere il Piano Regionale Rifiuti in Aula, si rischi di assistere all’avvio delle procedure autorizzative sulla richiesta di Acea per l’ampliamento dell’inceneritore di San Vittore (l’unico del Lazio attualmente in funzione), che si sommerebbe all’ampliamento della discarica di Roccasecca, che stando agli ATO stabiliti nel Piano regionale, non potrà più servire come discarica di riferimento per i rifiuti indifferenziati di Roma.

Tra le dichiarazioni di Acea – spiega ancora il portavoce Cacciatore – si trova d’altro canto anche l’intenzione di distribuire compostiere di comunità per il territorio di Roma, che avranno bisogno dei rifiuti organici di Ama per funzionare. La soluzione può essere una buona base di ragionamento, anche in ragione del nuovo strumento offerto dalla Legge sul Compost del M5S, a mia prima firma e anch’essa di recente approvata.

Questi mini-impianti potrebbero essere dislocati sul territorio, senza autorizzazioni regionali ma con semplici procedure comunali (SCIA o DIA): potrebbero essere localizzati in collaborazione con piccole imprese agricole o vivaistiche, oppure per iniziativa di Partecipate che gestiscono rifiuti urbani (in tal caso Ama e non Acea), togliendo oltre la metà del rifiuto indifferenziato dal circuito dei mega-impianti, spesso eco-mostri, che gravano sui territori impattando negativamente sulla sostenibilità.

Per questo, a mio parere – conclude Cacciatore – le notizie che ci giungono su Acea, vanno messe in relazione al Piano Rifiuti, su cui lavoro già da mesi, da presidente della X Commissione competente. Per essere credibile, questo piano regionale ha bisogno di obiettivi da perseguire, coerentemente con lo scenario nel quale sta entrando anche Acea: elemento che, confesso, mi preoccupa.

In questo quadro, quindi, la condizione e la stabilità delle Partecipate, soprattutto i “best player” come AMA ma anche Lazio Ambiente che possono puntare ad una pianificazione di settore all’insegna dell’impiantistica a capitale pubblico e che minimizza gli impatti sul territorio, risultano presupposti necessari. Acea e Ama spero sappiano tenere distinti gli ambiti, perché evidentemente questo è il presupposto per ridurre l’incenerimento”.