“Il territorio di Colleferro è già stato ampiamente vessato da un sistema di gestione del ciclo dei rifiuti orientato più agli interessi degli operatori economici che alla tutela dell’ambiente e del territorio . Se la chiusura della discarica, avvenuta lo scorso 16 gennaio ha rappresentato una scelta importante in cui la salute dei cittadini è stata anteposta ad altro tipo di ragionamenti, non va abbassata la guardia perché, come ci insegna una triste prassi della Regione Lazio, molto spesso gli impianti vengono riaperti sulla base di emergenze e situazioni che poco hanno di contingente e di eccezionale”.
Così la consigliera regionale Gaia Pernarella nel corso della seduta della Commissione regionale urbanistica, politiche abitative, rifiuti, che si è tenuta oggi per l’approvazione del Piano Regionale di gestione dei rifiuti della Regione Lazio.
“Nell’attuale Piano rifiuti è presente ed ha ampio spazio il compound di Colleferro gestito oggi da Lazio Ambiente, ma mancano i dati che chiariscano ai cittadini e ai territori quale sia il futuro di questo impianto. Già ad agosto dello scorso anno abbiamo chiesto, con un’interrogazione, spiegazioni sul progetto presentato da Lazio Ambiente. Nella risposta a quella interrogazione non ci vennero forniti gli elementi richiesti, come del resto la società non ha prodotto ad oggi alcun documento di pianificazione.
Visto che le linee guida della giunta regionale risalgono ormai a due anni fa e visto il ruolo centrale di Lazio Ambiente, ho inviato oggi una richiesta di audizione del presidente del cda della società partecipata al 100% dalla Regione Lazio, la quale non ha ancora presentato i dati in base ai quali si renderebbe necessario questo nuovo impianto per i fabbisogni del territorio.
In merito alla coerenza del il nuovo Piano Rifiuti regionale con gli altri strumenti di pianificazione della Regione Lazio, sembrerebbe che anche questo si basi su dati ormai non più attuali e che la Regione non abbia contezza del numero di autorizzazioni concesse per gli impianti di recupero energetico da digestione della frazione organica, a maggior ragione se nel Piano rifiuti sono inserite anche installazioni di strutture di compostaggio aerobico che al momento sono sequestrate.
Sono dati che sono necessari ad una seria programmazione e pianificazione della gestione del ciclo dei rifiuti che devono emergere con ancora più forza nella versione finale dell’atto: è di fondamentale importanza che il numero e la natura delle autorizzazioni vengano riportate sia nel Piano rifiuti che nel Piano energetico regionale recentemente incardinato, in modo da essere entrambi aggiornati sulla situazione autorizzatoria per i rifiuti organici, che rappresentano, come è noto, l’ambito più lucrativo nella gestione del ciclo dei rifiuti”.