La Fase Due dell’emergenza sanitaria richiede un forte impegno da parte delle Regioni, alle quali nei limiti delle proprie competenze, viene chiesto uno sforzo analogo a quello fatto dal Governo per il sostegno delle famiglie e in particolare delle mamme lavoratrici, doppiamente gravate in questo periodo con la larga diffusione delle nuove formule di lavoro da casa o, nella maggior parte dei casi, costrette a scegliere tra famiglia e lavoro nel momento in cui uno dei due genitori deve tornare a lavoro e l’altro rimanere a casa.
Con un Ordine del giorno a prima firma della capogruppo Roberta Lombardi, approvato in consiglio regionale straordinario sull’emergenza coronavirus, abbiamo individuato una serie di soluzioni per risolvere le problematiche intra ed extra familiari emerse dall’inizio della pandemia.
- Contributi per baby sitter e digitalizzazione – Proponiamo di attivare servizi di baby-sitting adeguati alle effettive esigenze di mantenimento dei minori in caso di assenza di entrambi i genitori per motivi di lavoro e misure di finanziamento a fondo perduto che consentano a famiglie con un ISEE basso di acquistare strumenti informatici per la frequenza a distanza delle lezioni e a garantire una connessione internet minima. A questo proposito va previsto un monitoraggio delle aree non coperte da adeguata connessione, avviando accordi con società di telecomunicazione in grado di erogare il servizio, anche in via sperimentale, con connessione internet veloce a banda ultra-larga via radio.
- Un fondo ad hoc per la didattica a distanza – Uno specifico fondo del bilancio regionale va destinato al potenziamento e alla manutenzione della connettività degli Istituti di ogni ordine e grado ed ai costi di mantenimento delle piattaforme didattiche. Allo stesso modo va programmato il potenziamento di servizi socio-educativi territoriali e di centri con funzione educativa e ricreativa, in particolare nei mesi estivi e previste, presso i comuni ospitanti aree protette regionali iniziative di educazione ambientale, definendo specifici protocolli sanitari.
Non dobbiamo dimenticare i nuclei familiari con membri disabili, a loro vanno date risposte effettive.
Ultimo, ma non ultimo, occorre al più presto stipulare un protocollo operativo con le farmacie del Lazio, affinché diventino presidio di primo contatto delle donne vittime di violenza, garantendo loro l’anonimato.