Con una Interrogazione a risposta immediata, chiesti alla Giunta chiarimenti in merito
Roma 20 gennaio – “Nessun contributo viene erogato dalla Regione Lazio ai proprietari dei terreni su cui viene svolta l’attività venatoria, nonostante ci siano una legge nazionale (la 157/92) ed una regionale (la 17/95) che stabiliscono che per l’utilizzazione dei fondi inclusi nel piano faunistico venatorio regionale, ai fini della gestione programmata della caccia, è dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura della amministrazione regionale in relazione alla estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente.
Con una Interrogazione a risposta immediata ho chiesto alla Giunta chiarimenti in merito, considerando anche che i proprietari o conduttori di fondi subiscono, in questo caso, una illegittima lesione dei loro diritti connessi all’assegnazione del contributo per le servitù venatorie, in quanto non possono vietare l’accesso ai cacciatori e, al tempo stesso, non ricevono alcun indennizzo, che secondo l’indice ISTAT varierebbe da 50 a 100 euro ad ettaro, sia che si tratti di aree incolte che di terreni coltivati.
E’ evidente dunque, la lesione del principio della proprietà privata e del principio di uguaglianza tra cittadini, in quanto i cacciatori risultano privilegiati rispetto a tutti gli altri.
La risposta dell’assessore Onorati in Aula, che si è resa disponibile a trovare la copertura finanziaria per erogare questo contributo, fino ad ora mai corrisposto, nonostante sia previsto da preciso obbligo di legge, va nella direzione da me auspicata, che è quella di far sì che si eviti un trattamento iniquo tra chi è proprietario di terreni e chi è cacciatore”.
Così in una nota la consigliera del Movimento 5 Stelle, Silvia Blasi