Rinviato a prossima settimana il QT per conoscere le azioni in corso della Regione in ottemperanza alla sentenza del Tar che ha annullato il decreto del Commissario ad Acta

Roma, 17 febbraio – “Le interrogazioni sono uno strumento in mano alle opposizioni per sapere come si sta comportando l’amministrazione regionale. Ritengo quindi gravissima l’assenza oggi in aula dell’assessore alla Sanità, D’Amato, dal quale non ho potuto quindi sapere se la Regione si sia già attivata o meno in merito alla sospensiva del TAR sul Decreto del Commissario ad Acta (22 luglio 2020, n. U00101) con cui sono state ridotte, se non del tutto interrotte, le ore destinate ai progetti riabilitativi per le persone con disabilità complessa di diversa natura e che invece ora potrebbero essere riattivate in applicazione a quanto stabilito dalla sentenza del TAR che ha annullato gli effetti del decreto della Regione”. Così in una nota la consigliera regionale M5S del Lazio, Francesca De Vito.

“Molte purtroppo sono le famiglie investite dal problema, che ancora pagano le conseguenze del provvedimento regionale, nonostante dallo scorso novembre si sarebbe dovuto procedere all’immediato ripristino di tutti i progetti riabilitativi che sono stati interrotti o diminuiti nella loro espressione oraria in forza della sentenza del TAR. – spiega De Vito – Un grido di allarme che ci viene da più parti, ed in particolare dal X Municipio di Roma, dove le testimonianze portate nell’ultima seduta della Commissione sulle Politiche Sociali, presieduta dal consigliere Alessandro Nasetti, hanno riportato il desolato quadro in cui si trovano molti cittadini”.

“Mi auguro però che questo mio sollecito, rinviato alla prossima seduta d’aula, possa comunque nel frattempo sensibilizzare l’Assessore affinché proceda con una verifica della situazione attuale affinché i cittadini interessati da questo problema trovino finalmente ascolto e sostegno. Parimenti voglio sperare che si possa risolvere con il buon senso la questione legata all sospensiva del TAR e che non debbano ricadere sui cittadini anche le spese processuali di un possibile appello”, conclude De Vito.