Era l’ottobre del 2016 quando la nostra Silvia Blasi presentò un’interrogazione urgente alla Giunta con cui si chiedeva di fare chiarezza sulle dinamiche che avevano portato la Regione ad autorizzare la società Energie Nuove (una società riconducibile a Fabrizio Centofanti, a sua volta rinviato giudizio nell’ambito dell’inchiesta collegata a Luca Palamara) a sfruttare il fiume Marta, in provincia di Viterbo, per la produzione di energia idroelettrica senza alcuna gara pubblica per l’assegnazione di questa concessione o il pagamento di alcun canone per lo sfruttamento di questo bene pubblico.
Circostanze quantomeno sospette, che ci hanno portato a depositare, oltre all’interrogazione, anche un esposto sulla legittimità degli atti con cui la Regione Lazio assegnava la concessione per la produzione di energia elettrica all’azienda Energie Nuove.
La pronuncia della Cassazione ha stabilito poi l’illegittimità degli atti della Regione con cui si autorizzavano le due concessioni sull’utilizzo delle acque del fiume Marta a favore della Energie Nuove e le altre determinazioni del 2015 per la realizzazione di impianti per lo sfruttamento di una condotta d’acqua pubblica in provincia di Viterbo.
Oltre all’ipotesi di danno erariale sottolineata dai giudici della Cassazione in relazione alla mancata previsione del pagamento di un canone da parte della Energie Nuove, la Regione, insieme agli altri enti pubblici coinvolti, è ora esposta anche alla possibilità di dover risarcire i danni patiti dalla Iniziative energetiche sostenibili, con costi che ricadranno inevitabilmente sulle casse pubbliche e quindi sui cittadini.
Ma non finisce qui, perché oltre al danno economico, c’è anche un presunto rischio idrogeologico, con criticità sul deflusso delle acque del Marta causate dalle centrali costruite da una società riconducibile alla Energie Nuove, la Idren, che potrebbero accentuare le possibilità di esondazione del fiume in caso di piena.
Un inaccettabile sfregio alla legittimità delle procedure di concessione delle autorizzazioni e alla sicurezza idrogeologica, che abbiamo denunciato ben cinque anni fa: da parte nostra manterremo alta l’attenzione a difesa del territorio. Vi terremo informati sugli sviluppi della vicenda!