Manca il parere della ASL, fondamentale per l’elevato rischio di emissioni che l’impianto potrebbe produrre 

 

Roma 2 marzo – “L’installazione di un nuovo biodigestore nel territorio di Frosinone, senza tra l’altro avere il parere della ASL e senza i dati sulle emissioni che un impianto del genere potrebbe generare, è un altro colpo di mannaia per un territorio già fortemente sottoposto ad un forte inquinamento ambientale. Inoltre, se autorizzato, l’impianto dovrebbe sorgere su una delle poche zone archeologiche rimaste e a ridosso del Sito di Interesse Nazionale “Bacino del Fiume Sacco” per il quale la Regione Lazio ha dato avvio ad un programma di riqualificazione per la riconversione tecnologica degli impianti inquinanti, oltre che l’abbattimento futuro degli impatti ambientali.

C’è bisogno di risposte e di chiarezza, per questo ho presentato un’Interrogazione per chiedere alla Giunta Regionale quale sia l’orientamento in merito alla proposta progettuale presentata nel dicembre 2019 e se tale proposta sia coerente con gli indirizzi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e se si possa dare mandato alla Direzione competente, per effettuare un esame particolarmente rigoroso sulle emissioni odorigene, tenendo conto anche del fatto che a poca distanza sorgono delle abitazioni. Già alcuni mesi fa,  Ilaria Fontana, Sottosegretaria di Stato al Ministero della Transizione Ecologica, da parlamentare aveva presentato una interrogazione al ministro dei Beni Culturali per valutare maggiori indagini geologiche sull’area di progetto, vista l’alta probabilità di trovare resti,  emersa nelle indagini geologiche preliminari”.

Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Loreto Marcelli.

“La proposta progettuale – ha continuato Marcelli –  ad oggi, è ancora all’esame della Conferenza dei Servizi che, dopo aver acquisito tutti i pareri, dovrà procedere all’emanazione della Valutazione di Impatto Ambientale. Pareri che sono arrivati in maniera contraria dal Comune di Frosinone e dalla Soprintendenza di Rieti-Latina-Frosinone, proprio per l’insufficienza delle informazioni circa l’inquadramento dei vincoli paesaggistici e per la mancanza di una relazione geologica finalizzata a definire l’assetto dell’area in questione. Ma più di tutto, manca il parere della ASL territorialmente competente, fondamentale per l’elevato rischio di emissioni che l’impianto potrebbe produrre in una zona che ha visto fin troppe alterazioni dell’ambiente naturale”.

“Mi auguro che la Regione Lazio, possa dare al più presto risposte ai tanti dubbi che ha suscitato la proposta di installare un impianto che dovrebbe trattare una quantità di rifiuti di dieci volte superiore al fabbisogno di Frosinone”, ha concluso il consigliere M5S.