Con la piena applicazione della legge regionale potrà essere completato l’iter procedurale di una normativa per nuovo modello di gestione di questo grande e inestimabile monopolio naturale
L’acqua è uno dei nostri beni più grandi, un diritto universale e inalienabile che non può e non deve essere sottoposto alle logiche di mercato, diventando fonte di profitto. È questo un concetto chiave che va ribadito, soprattutto in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua.
Nel Lazio c’è a disposizione uno strumento unico, ovvero la legge 5 del 2014 su “Tutela governo e gestione pubblica dell’acqua”, con la quale è possibile rendere operativo il Referendum del 2011 con cui i cittadini italiani si schierarono contro la privatizzazione di una risorsa che, di fatto, appartiene alla comunità.
La gestione di un bene pubblico come l’acqua non può basarsi su un modello di governance da applicare universalmente, ma va valutata la morfologia dei territori e la quantità di risorse disponibili, per fare in modo che il suo esercizio sia adeguato ai diversi contesti. Per questo, nei mesi scorsi, abbiamo presentato un Ordine del Giorno per impegnare la Giunta a definire gli ambiti di bacino idrografico, fondamentali per attuare una politica gestionale che tenga conto delle particolarità del territorio.
È necessario quindi sbloccare un iter che ha subìto una fase di stallo, perché l’acqua è e sarà la nostra prima stella. Il nostro impegno è ancora più forte, sostenuto dall’opportunità che abbiamo di essere presenti nell’esecutivo regionale.