Ieri il Consiglio Regionale ha accolto favorevolmente una Mozione, che vede tra i firmatari il Vicepresidente del Consiglio regionale Devid Porrello, riguardante la tutela delle relazioni affettive dei detenuti nelle carceri, di cui siamo particolarmente soddisfatti.

Grazie a questa Mozione, il Consiglio ha deliberato di presentare al Parlamento una Proposta di Legge, con la quale tutelare le persone private della libertà personale in un aspetto fondamentale della vita che riguarda il contatto con i propri affetti e il mantenimento delle relazioni con le proprie famiglie.

Da uno studio effettuato dall’Università di Cassino e presentato in Consiglio Regionale lo scorso 30 novembre, è emerso fortemente il disagio socio-affettivo e relazionale della popolazione detenuta del Lazio: il sovraffollamento, la mancanza di locali adeguati per i colloqui con i propri familiari, l’insufficienza di spazi verdi dotati di attrezzature per i bambini, l’inesistenza di spazi per l’intimità con il partner rappresentano un limite al riconoscimento del diritto all’affettività e alla sessualità di chi si sta scontando la propria pena. Con la Mozione si vogliono portare elementi innovativi su questo tema, troppo spesso sottovalutato, in un’ottica che non è di privilegio, ma di necessità.

Non dobbiamo dimenticare che la detenzione è prima di tutto un percorso riabilitativo, come sancito dall’articolo 27 della nostra Costituzione e la reintegrazione nella società non è solo un fatto individuale a vantaggio di chi ha scontato la propria pena, ma il segno di un Paese civile che riesce a creare un sistema funzionale che porta dei benefici sociali.

Per questo è importante che i detenuti mantengano i legami con il mondo esterno in cui dovranno reinserirsi ed è importante che non spezzino il filo delle relazioni umane con le persone a loro più care. Perché se questi legami si allentano diventa molto più difficile e faticoso ritrovare una propria collocazione nella collettività. Se è vero che lo Stato ha il dovere di assicurare i colpevoli alla giustizia, è anche vero che ha il dovere di restituire alla società chi ha scontato la propria pena.