Valentina Corrado, consigliera del M5S Lazio, dichiara:
“Sembra che Zingaretti lo faccia apposta ad affidare incarichi dirigenziali ad individui inconferibili e incompatibili, circostanze tutte puntualmente segnalate attraverso le nostre molteplici denunce aventi ad oggetto le “reiterate” e “singolari” nomine conferite, le quali sono state rese note fin dal giorno del nostro ingresso in Consiglio Regionale. Nella regione Lazio, infatti, succede che si nomini dirigente dell’area “Sostegno alla famiglia e ai minori” e “Sostegno alla disabilità” il presidente di una ONLUS destinataria di finanziamenti regionali per attività sociali, come accaduto con l’incarico di Antonio Mazzarotto. Sul punto ho ritenuto doveroso inviare una nota all’ANAC depositando anche un’interrogazione in merito a questa nomina e non solo per il palese conflitto di interessi, ma perché ci sono vari aspetti della vicenda che attendono un chiarimento sia da parte di Zingaretti che dall’assessore Visini. La posizione di Mazzarotto è molto delicata, visto che la regione gli ha affidato il compito di redigere le linee guida per l’utilizzo delle risorse trasferite all “Asilo di Savoia”, l’IPAB identificato dalla regione, senza gara pubblica, come unico soggetto attuatore del “Pacchetto famiglia 2014”, consistente in circa 7 milioni di euro da destinare a progetti per il terzo settore, progetti sperimentali regionali e bandi per asili nidi aziendali. Come sempre nella regione Lazio il ruolo di controllore e di controllato si confondono, quindi con la nostra interrogazione vogliamo capire i perché della nomina di Mazzarotto, nonostante la palese inconferibilità e incompatibilità, e cosa intenda fare la regione per porre rimedio al proprio errore. Spero che l’ANAC suggerisca a Zingaretti di smetterla con queste nomine oltremodo discutibili ma la vicenda della nota di Cantone, inviata a dicembre e ancora nascosta in qualche cassetto di via Rosa Raimondi Garibaldi, ci fa capire quanto poco interessi al presidente della regione il giudizio sul proprio operato emesso dal presidente dell’Autorità Anticorruzione Nazionale, agitato come bandiera di “legalità” quando strumentale agli interessi di questa Giunta ed evidentemente censurato quando emette giudizi non condivisi da chi affida aree delicatissime dell’amministrazione regionale a soggetti che non ne hanno i requisiti.”