L’assessore Visini ha risposto all’interrogazione orale firmata dai consiglieri Tarzia e Barillari in merito all’applicazione della legge di contrasto alla ludopatia, approvata due anni fa da tutte le forze politiche.
La Regione Lazio conferma che non ha ancora fatto niente di concreto per attuare questa importantissima legge che fornisce strumenti per contrastare un fenomeno che genera conseguenze disastrose per le famiglie. Nessun progetto è stato finanziato, lasciando famiglie e malati da soli contro la lobby dell’azzardo.
Le sale scommesse e i videopoker dal 2013 ad oggi sono installate ovunque, nonostante la legge prevedesse il loro posizionamento ad una distanza da aree sensibili, l’assessore affermando che non esiste ancora una mappatura ha confermato una situazione attuale da “Far West”.
Il marchio regionale “Slot free-Regione Lazio” non è stato richiesto da nessuno e non è stato costituito l’osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo.
Nella legge era previsto l’impegno delle Asl della Regione Lazio a predisporre il materiale informativo che la legge obbliga ad esporre a cura dei gestori delle sale da gioco ma al momento si parla solo di un futuro bando per far sviluppare “in futuro” questo materiale.
Era previsto un piano integrato triennale per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza da GAP ma non è ancora attivo, come l’ “Osservatorio online permanente” e il numero verde per le richieste di aiuto e sostegno.Avevamo sostenuto e votato con convinzione questa legge e, andando sul territorio, ci rendiamo sempre più conto di quanto sia necessaria, ma non bisogna tradire le attese dei cittadini e chi governa la Regione Lazio ha il dovere di renderla efficace, fornendola di tutti gli strumenti di cui necessita la sua piena applicazione. L’interrogazione presentata è solo il primo passo che abbiamo deciso di avviare, affinché anche la giunta, dopo il consiglio, si prenda pienamente la responsabilità di contrastare il fenomeno delle patologie legate al gioco d’azzardo, che sta mettendo in ginocchio centinaia di migliaia di famiglie.