L’area industriale dell’ex fabbrica Marini situata nel Comune di Cassino ha terminato la propria attività nel 1981 ed è stato classificata tra quelle ad alta priorità dal piano regionale delle bonifiche dei siti contaminati, un intervento per il quale dal 2007 la regione ha stanziato ingenti risorse finanziarie, erogandone però solo una piccola parte. Secondo il piano regionale delle bonifiche, l’iter procedurale è attualmente fermo al piano della caratterizzazione e l’ARPA Lazio ha richiesto al Comune di Cassino delle analisi di controprova per verificare le valutazioni effettuate in merito a una possibile contaminazione del suolo e delle falde acquifere da parte degli scarti di lavorazione e tutti i materiali abbandonati nell’area.
Dal 1981 la provincia di Frosinone, una delle più inquinate di Italia, convive con una bomba ecologica mentre la regione non ha fatto, e non sta facendo, nulla. Per rispondere alle molte domande che ci giungono dai residenti, abbiamo redatto un’interrogazione per sapere da Buschini, che dovrebbe conoscere bene il suo territorio elettorale, l’importo complessivo dei lavori di bonifica e come sono state utilizzate le risorse stanziate dalla Regione. Non bonificare un sito con quelle caratteristiche vuol dire abbandonare a se stessi i cittadini che vivono nei pressi e che consumano, anche solo per irrigare i propri campi, l’acqua proveniente da quelle falde, quindi la regione si impegni meno nella campagna elettorale di Zingaretti e di più a dare risposte ad un territorio che ha pagato già un prezzo altissimo per il lassismo della politica verso i crimini ambientali perpetrati negli ultimi decenni.
Lo dichiara Devid Porrello, capogruppo del M5S Lazio.