Il diritto alla salute e all’accesso alle prestazioni sanitarie deve essere garantito a tutti i cittadini del Lazio, anche a quelli che abitano nelle aree montane della nostra regione che, a causa della natura spesso impervia del territorio, vivono in una condizione di marginalità o addirittura di isolamento.
Proprio per rispondere all’esigenza di una sanità pubblica più vicina ai cittadini, radicata sui diversi territori e aderente alle loro peculiarità, abbiamo proposto e fatto approvare in Consiglio regionale un Ordine del giorno alla legge di Stabilità 2021, con cui impegniamo la Giunta Zingaretti a potenziare e ad ammodernare gli attuali ospedali in zone montuose, e abbiamo depositato una Proposta di Legge con cui chiediamo di istituire gli #OspedaliMontani del Lazio, che si caratterizzano come dei veri e propri distretti socio-sanitari montani, con la definizione di una serie di caratteristiche: dalle prestazioni ai servizi sanitari che devono essere garantiti sul posto ad una struttura amministrativa per gestire al meglio il distretto socio-sanitario e in cui avranno voce i Comuni dell’area interessata.

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L’istituzione dei Distretti sanitari montani e degli ospedali montani è in verità già prevista da oltre 15 anni dalla legge nazionale (articolo 14 della Legge quadro nazionale numero 97 del 2004).

Ma perché allora nel Lazio non sono ancora mai partiti gli #OspedaliMontani e i relativi distretti?

Perché la proposta di legge regionale approvata nel 2009 che, in applicazione della normativa nazionale ne prevedeva l’istituzione, ebbe vita breve. Dopo solo circa un anno, infatti, nel 2010, fu abrogata perché la Corte costituzionale ne bocciò il finanziamento a causa del Commissariamento della Sanità cui era sottoposta la Regione.

Ora però che la Regione ha comunicato l’uscita dal Commissariamento della Sanità, con questa nostra proposta di legge puntiamo a reintrodurre l’istituzione degli ospedali montani e dei relativi distretti e a ricordare quindi alla Giunta Zingaretti che è fondamentale e prioritario tornare ad investire sulla sanità pubblica dei territori del Lazio, soprattutto delle aree più svantaggiate, che a causa dell’emergenza covid19 rischiano di rimanere ancora più sole.

Non è ammissibile che i cittadini residenti nelle zone montane del Lazio debbano spostarsi per chilometri e chilometri – nei centri urbani, in un’altra provincia o addirittura fuori dai confini regionali – per potersi curare o sottoporsi ad esami, quando un’organizzazione capillare sul territorio del servizio sanitario permetterebbe loro di poter esercitare il proprio diritto alla salute in modo più agevole ed efficiente.

 

Curarsi lontano dalla città, una missione impossibile?

I territori e gli #OspedaliMontani oggetto della nostra Proposta di legge

Ospedale di Acquapendente, Viterbo

L’Ospedale di Acquapendente è un presidio appartenente all’Azienda Sanitaria Locale di Viterbo, che per anni ha risposto alle esigenze del territorio con soluzioni di eccellenza.

Purtroppo nel 2010, la Giunta Polverini, adducendo come motivazioni la scarsa affluenza e problemi di natura amministrativa-contabile, riconvertì la struttura in Centro Clinico Assistenziale Distrettuale (CeCAD), mettendo di fatto, fine all’Ospedale.

Ospedale di Subiaco, Città Metropolitana di Roma

Quando l’Ospedale “Angelucci” di Subiaco, ricadente nella ASL RM 5, fu inaugurato il 5 novembre 1978 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, poteva contare su 230 posti letto e una previsione di 350 dipendenti.

Ad oggi è la struttura ospedaliera con meno posti letto per acuti di tutto il Lazio

Ospedale di Amatrice, Rieti

Nonostante i fondi già stanziati per la ricostruzione dell’Ospedale Grifoni di Amatrice dopo il terribile terremoto del 2016 e la posa della prima pietra del nuovo ospedale lo scorso 21 ottobre 2020, i cittadini di Amatrice dopo cinque anni dispongono di un Posto di Assistenza Socio- Sanitaria (PASS)

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