L’Ospedale di Acquapendente è un presidio appartenente all’Azienda Sanitaria Locale di Viterbo, che per anni ha risposto alle esigenze del territorio con soluzioni di eccellenza.

Purtroppo nel 2010, la Giunta Polverini, adducendo come motivazioni la scarsa affluenza e problemi di natura amministrativo-contabile, riconvertì la struttura in Centro Clinico Assistenziale Distrettuale (CeCAD), ponendo, di fatto, fine all’Ospedale.

A seguito di questa trasformazione, nel 2011 fu chiusa l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Chirurgia, ridotta l’operatività del medico anestesista rianimatore al solo turno diurno e declassato il Pronto Soccorso in Punto di Primo Intervento.

Nel 2013, con l’atto di autonomia aziendale, il commissario straordinario dell’Asl di Viterbo, comunicò alla conferenza dei Sindaci il definitivo smantellamento del presidio ospedaliero.

L’anno successivo, a seguito di numerose rimostranze da parte della popolazione e degli enti locali, la Giunta regionale riconfigurò la struttura sanitaria di Acquapendente come “presidio ospedaliero di zona particolarmente disagiata”. Con tale atto, almeno sulla carta, fu salvato l’ospedale, ma nei fatti continuano i problemi, come la carenza di personale e il blocco dei lavori per l’ampliamento.

Ad oggi l’Ospedale di Acquapendente vive ancora una situazione di precarietà e incertezza, il Punto di primo Intervento è costretto a trasferire i pazienti all’ospedale di Belcolle, sempre in provincia di Viterbo ma a oltre un’ora di macchina da Acquapendente, e non riesce a coprire il fabbisogno sanitario della popolazione che si aggira intorno alle 50mila unità.

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