Nella conferenza dei Servizi “Il nuovo sistema sanitario della provincia di Viterbo” tenuta lo scorso 17 dicembre la ASL di Viterbo non ha fatto altro che autocelebrarsi. Le linee strategiche tracciate dal Direttore Sanitario sono fuori dal contesto aziendale e completamente slegate dalle necessità del territorio. L’azienda ancora non conosce il carico di lavoro dei propri dipendenti e non ha provveduto alla riassegnazione del personale per sgravare quello sanitario della funzioni amministrative. Il blocco delle assunzioni in vigore da 6 anni è acuisce la carenza di organico con conseguenze dirette sulla qualità dei servizi offerti che a volte si tramutano in episodi di malasanità.
In quella ” conferenza Organizzativa” si sarebbe dovuto dibattere di priorità, di come migliorare la qualità delle prestazioni erogate o abbattere i tempi di attesa.
La sanità pubblica laziale, nonostante la pressione fiscale, è inferiore a quella di Toscana, Umbria ed Emilia Romagna e un ulteriore elemento interessante su cui riflettere è venuto da Giovanni Bissoni, sub commissario alla regione Lazio, che ha confermato un disavanzo per il 2015 di circa 260 milioni di euro, aggravato anche dal costo ospedaliero per ricoverato più alto della regione, registrato appunto nella asl di Viterbo.
Chiediamo alla regione e alla direzione della ASL quando saranno affrontati i temi chiave della sanità? Quando si punterà concretamente alla medicina di comunità e alla medicina ed assistenza domiciliare?
Rispetto ai temi importanti che dovevano essere trattati nella chiave del cambiamento poco di concreto si è sentito. Siamo in attesa di risposte; i cittadini sono in attesa di risposte ma i cittadini lo scorso 17 dicembre non sono stati invitati.